Sono foto di luoghi abbandonati, svuotati, privati del loro scopo ma dove la presenza, o forse il ricordo dell’uomo è ancora vivo e percepibile. Si passa da ex centrali e cartiere a manicomi o colonie estive, questi sono i luoghi rappresentate nelle fotografie, cariche di pathos, di Davide Virdis con la collaborazione dell’antropologo Paolo Chiozzi. Questa ricerca tra ” i luoghi che erano e che ora non sono più ” è fatta interamente in Italia, un viaggio tra città come Firenze, Roma e Sassari. Città che si sono sviluppate e ingrandite ma che si lasciano alle spalle edifici alla deriva, che nonostante tutto parlano ancora, attraverso un indumento sporco lasciato a terra, una foto sbiadita o una scritta violenta su un muro che non si regge più. Il lavoro del celebre fotografo si chiama Relitti ma potrebbe anche essere associato alla parola Riletti in quanto riprende questi luoghi per dargli ancora spazio nella modernità frenetica, distratta. Li rilegge dando a questi il significato che avevano in passato o dando a questi un senso tutto nuovo. La mostra va oltre lo stile architettonico, nonostante Virdis si sia laureato proprio in architettura a Firenze, ma lo scopo vero è quello di celebrare il rapporto tra fotografia-architettura, vedere l’oggetto, l’architettura attraverso un immagine scattata con una digitale.
La mostra Relitti sarà visitabile gratuitamente dal 3 al 30 maggio 2013 nella mostra We made For Love nel cuore della manifestazione: Labloft, allestita in un fabbricato ex laboratorio tessile.